Lago di Burano, una 'meraviglia italiana' di oasi e spiagge

5 novembre 2013

All'estremità meridionale della Toscana, in piena Maremma grossetana, si estende il Lago di Burano. Riserva naturale dello Stato dal 1980 e Oasi del WWF, presenta una caratteristica molto particolare che lo rende simile a una laguna: è infatti separato dal mare da una suggestiva distesa di dune ricoperte da una folta vegetazione, ma è comunque collegato al Tirreno attraverso un canale artificiale che viene aperto a seconda delle esigenze. All'oasi del Lago di Burano è stato recentemente conferito il riconoscimento di "Meraviglia italiana".

In un contesto del genere il turismo naturalistico la fa ovviamente da padrone: la zona del Lago di Burano è infatti l'habitat ideale per diverse specie animali, soprattutto volatili, e per la rigogliosa crescita di alberi e piante. In particolare si possono ammirare fenicotteri, oche selvatiche e gabbiani, ma anche usignoli di fiume, anatre e falchi. Nella macchia e tra le radure sabbiose della duna vivono daini, istrici, tassi, conigli selvatici, puzzole, ricci e testuggini.

Ma le meraviglie dell'oasi naturalistica non sono le uniche attrazioni del Lago di Burano: la vicina spiaggia offre circa 12 km di sabbia fine, mentre il mare, altrettanto limpido e chiaro, lambisce il bagnasciuga davanti alle dune ricche di vegetazione tipica del territorio maremmano. La spiaggia è in gran parte libera da aree attrezzate e punti di ristoro.

Molto bella anche l'imponente Torre di Buranaccio, eretta sulla sponda del Lago di Burano. Costruita attorno alla metà del Cinquecento, costituiva l'avamposto difensivo più meridionale dello Stato dei Presidii e si trovava proprio ai confini con il Granducato di Toscana e lo Stato della Chiesa. La torre è giunta a noi pressoché intatta ma purtroppo non è visitabile all'interno in quanto proprietà privata.

Il Lago di Burano si raggiunge con l'auto da Grosseto, prendendo la Strada Statale Aurelia verso sud, in direzione Roma: al km 131 si svolta in direzione Capalbio Scalo e, dopo aver superato il passaggio a livello sulla sinistra, si seguono le indicazioni per l'Oasi del WWF. Con il treno, invece, si scende alla stazione di Capalbio Scalo e, dopo una breve ma salutare passeggiata a piedi o in bicicletta, si giunge al centro visite.

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