Addio Maestro: Giacomo Tachis, leggenda del vino italiano, muore a 82 anni

15 febbraio 2016

È morto Giacomo Tachis: leggenda della vinificazione italiana, famoso per aver portato l’influenza francese nella produzione di vino nel Belpaese negli anni Sessanta e Settanta, è scomparso negli scorsi giorni nella sua casa di San Casciano in Val di Pesa, in Toscana. Aveva 82 anni.

Secondo sua figlia Ilaria, la causa della morte è da ricondursi a complicanze della sua malattia cardiaca e del morbo di Parkinson.

Giacomo Tachis è considerato uno dei produttori di vino fondamentali nella rinascita del vino italiano nel ventesimo secolo, in maniera prominente attraverso i nuovi Super Tuscan, e venne nominato Decanter Man of the Year nel 2011 per il suo straordinario contributo al vino italiano.

“Giacomo Tachis ha cambiato lo stile del vino italiano, trascinandolo - scalciante e urlante - nel ventesimo secolo”, dichiarò all’epoca l’esperto di vini Jancis Robinson. “E modificando lo stile dei vini, ha cambiato il modo in cui essi vengono percepiti. Senza di lui, il vino italiano non avrebbe il successo che è oggi”.

Tachis era nato in Piemonte nel 1933, eppure la sua opera pionieristica ha avuto luogo prevalentemente in Toscana, con l’apertura all’uso del Cabernet Sauvignon vicino alla costa e il conseguente sviluppo di quelli che, oggi, sono universalmente conosciuti come i vini Super Tuscan.

Il maestro enologo italiano è stato particolarmente famoso per la produzione di Sassicaia, Tignanello, Solaia e Turriga e per il suo lavoro con la famiglia Antinori, con la quale ha collaborato dal 1961 al 1992. Il Sassicaia è stato ampiamente perfezionato grazie al lavoro di Tachis, la cui mancanza è sofferta ora dai produttori di vino di tutto il mondo.

Winemag ricorda Tachis parlando del suo “spirito innovativo” che ha “contribuito alla revisione di come il vino veniva prodotto in Italia all’epoca, attraverso l’introduzione di tecniche all’avanguardia tra cui fermentazione a temperatura controllata, fermentazione malolattica e invecchiamento in botte. Ha anche cambiato il modo in cui venivano gestiti i vigneti, soprattutto in Toscana, e ha incoraggiato i coltivatori ad utilizzare il metodo del cordone speronato sulle viti esposte a sud”.

Tachis si era dimesso dalla sua posizione presso la famiglia Antinori nel 1992 e, per i successivi 8 anni, aveva lavorato come consulente enologo a tempo pieno per grandiosi clienti toscani, come Tenuta San Guido, per marchi sardi come Santadi e Argiolas, e per l’Istituto della Vite e Vino siciliano, dove collaborò con Donnafugata.

Infine, nel 2010, si era ritirato nella sua casa di San Casciano Val di Pesa, in Toscana, dove ha trascorso gli ultimi anni della sua vita.

Leggi altro su

Sfoglia le news per destinazione.