Olio di oliva italiano, una tradizione che vive in cucina e cosmetica

13 giugno 2014

Tra i prodotti agroalimentari della tradizione italiana, l'olio d'oliva gioca da lungo tempo un ruolo molto importante nell'alimentazione. Da sempre ritenuto un toccasana per le sue incredibili proprietà nutrizionali, l'olio italiano è giustamente considerato il protagonista della dieta mediterranea. Non è un caso che in Italia solo due regioni su venti, ovvero il Piemonte e la Valle d'Aosta, non si dedichino alla coltivazione dell'ulivo. Non c'è però un olio uguale a un altro. Il sapore, infatti, può variare molto a seconda della varietà di olive con cui è prodotto, del luogo di produzione, del grado di maturazione, delle modalità di raccolta delle olive e di molti altri fattori.

L'Italia è il secondo produttore in Europa e nel mondo di olio di oliva, con una produzione nazionale media di oltre 464'000 tonnellate, due terzi dei quali extravergine, e con ben 41 denominazioni DOP e un'IGP riconosciute dall'Unione europea.

L'olio di oliva è utilizzato soprattutto in cucina, principalmente nelle varietà extravergine e vergine, per condire insalate, insaporire vari alimenti, conservare le verdure e, grazie al suo elevato punto di fumo, per le fritture. Se ne consiglia l'uso per la sua bassa acidità, la presenza di trigliceridi e la ricchezza di acidi grassi monoinsaturi. Ha capacità benefiche grazie alla presenza di polifenoli, efficaci antiossidanti naturali che rendono unico l'olio extravergine di oliva, conferendo a chi ne fa uso un'arma in più per combattere il colesterolo e resistere all'invecchiamento.

Oltre che nella dieta, l'olio di oliva è un'eccellenza anche in cosmetica. E' un ottimo idratante per il viso e, se applicato in piccole quantità, nutre la pelle senza ostruire i pori. Inoltre lenisce le irritazioni e il prurito. Qualche goccia massaggiata sui capelli ancora umidi è in grado di renderli lucenti e setosi. In caso di labbra secche e screpolate è più efficace del burro di cacao ed è perfetto per uno scrub veloce, se mescolato con un po' di zucchero o con farina grossolana di mais.

Non c'è da stupirsi se in passato i Fenici, che erano soliti commerciare l'olio d'oliva per il Mediterraneo, lo avevo definito "oro liquido".

Articolo realizzato grazie alla consulenza della dottoressa Maria Angela Villani.

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